Manifesto Politico
Premesso che il Comitato 1° Maggio ritiene fondamentale la stesura di un documento programmatico che individui priorità e azioni conseguenti, rivendichiamo:
Al primo punto inseriamo quello che per noi è l’obbiettivo previsto dallo Statuto e cioè il riconoscimento della dignità e dei diritti dei lavoratori non attivi, precari e esodati. Il lavoratore che esce dal circuito produttivo per licenziamento o mobilità, è in genere un lavoratore di età compresa fra i 50 e i 60 anni, difficilmente ricollocabile, ha in genere figli ancora allo studio o in cerca di prima occupazione, o che se lavorano sono lavoratori precari. Rifiutiamo nettamente la logica proposta dall’attuale Governo* che introduce un lotta generazionale, invitando i figli a “ribellarsi” ai genitori che hanno il posto garantito (infatti si vede!), per conquistarsi a loro volta un posto di lavoro (che mai più sarà sicuro) e che invita poi i genitori a trovarsi un “lavoretto” in nero (continuando ad alimentare quella zona di lavoro nero e di evasione fiscale e contributiva) salvo poi, se scoperto, procedere con il braccio pesante della legge che elimina la mobilità, i contributi e quant’altro perché in quel caso la "legge e la legge".