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ISPRA: LA LOTTA PAGA E NON SI FERMA

La lotta paga e non si ferma: questo in sintesi il risultato dell’assemblea dei lavoratori dell’ISPRA organizzata questa mattina dall’Usi/RdB per discutere l’accordo siglato nella tarda serata di ieri con il Ministero dell’Ambiente.

I lavoratori sono scesi dal tetto, dove hanno dovuto trascorrere quasi due mesi, ed hanno indetto per domani, venerdì 22 gennaio, una conferenza stampa presso la Federazione Nazionale RdB in cui illustreranno le loro valutazioni ed annunceranno le prossime tappe della battaglia in difesa della Ricerca Pubblica.

Riferisce Michela Mannozzi dell’Usi RdB, portavoce della lotta sul tetto: “L’assemblea ha dato un giudizio positivo sull’intesa, con cui abbiamo fatto un passo importante per bloccare il processo di smantellamento dell’ente che passava attraverso il licenziamento dei lavoratori precari. Ora i 230 precari in scadenza fra il 31 dicembre il 31 marzo sono tutti rinnovati e si è aperta una finestra per poter recuperare quelli già licenziati”.

“Inoltre – sottolinea Mannozzi - abbiamo posto delle basi per una prospettiva futura. Il patrimonio di professionalità rimane dentro l’ente, a disposizione chi verrà a guidarlo. Abbiamo impedito che i commissari facessero scelte strategiche per le quali non erano competenti e confidiamo che la futura dirigenza venga dal mondo scientifico ed abbia preparazione adeguata per valutare ricercatori che hanno competenze riconosciute all’estero”.

“L’accordo - aggiunge la portavoce – verrà comunque qualificato nella sua applicazione. Il Ministro Prestigiacomo sarà garante del percorso che si è aperto con la firma del protocollo. Noi intanto manteniamo lo stato di agitazione del personale, e riteniamo di esercitare un ruolo fondamentale nell’applicazione e nell’interpretazione del protocollo. Domani – conclude Mannozzi - annunceremo i prossimi passi della battaglia”.

www.nazionale.rdbcub.it

22 gennaio 2010 - Il Manifesto

Accordo sui contratti Dopo 57 notti precari giù dal tetto di Sara Farolfi

Roma - Hanno passato sul tetto anche la cinquantasettesima notte, quella dell'accordo. Tredici ore di confronto serrato al ministero, una notte a discutere e un'affollatissima assemblea ieri mattina per decidere se togliere la riserva dalla firma apposta la notte precedente. Il «sì» è stato bulgaro. Solo allora, prima di smontare il tendone sul tetto di via Casalotti, hanno brindato.
Dopo quasi due mesi trascorsi sul tetto del loro istituto i ricercatori precari dell'Ispra hanno avuto risposta. Nella notte tra mercoledì e giovedì sindacati e ministero dell'ambiente hanno sottoscritto un protocollo d'intenti che, pur non recependo in toto le loro richieste, «costituisce senz'altro una buona base di partenza». «Abbiamo sventato il tentativo di smantellamento dell'istituto da parte della struttura commissariale», dice Michela Mannozzi, ricercatrice e portavoce dei precari per l'Usi-Rdb: «la nostra lotta non finisce ma si sposta dal tetto alle stanze dell'istituto, sarà meno clamorosa ma forse più difficile perchè dovremo vigilare sull'applicazione del protocollo».
Le richieste dei ricercatori Ispra vertevano sostanzialmente su tre punti: il rinnovo per tutti i contratti, il passaggio a tempo determinato per gli «atipici», e un piano triennale di assunzioni. Il protocollo siglato da Usi-Rdb, Cgil, Cisl e Uil prevede il rinnovo di tutti i 230 contratti in scadenza tra dicembre e marzo, e la possibilità di recuperare (attraverso nuovi bandi) quelli già scaduti nel 2009, che sono altri 250 circa. Per quanto riguarda l'ampliamento della pianta organica il ministero si è impegnato al rispetto del turn over: ad andare in pensione a breve dovrebbero essere circa 180 persone, e dato che un nuovo assunto costa meno di una persona con diversi anni di anzianità lavorativa, i nuovi contratti potrebbero arrivare a 210-220. Infine, la trasformazione dei contratti atipici in contratti a tempo determinato: «un po' la nota dolente del protocollo» dice Michela Mannozzi, che prevede un generico impegno a bandire concorsi pubblici nel triennio 2010-2012.
«Due mesi sul tetto per ottenere quello che hanno già gli altri enti pubblici di ricerca?», questa domanda ha tenuto banco tra i ricercatori la notte di mercoledì e ieri mattina in assemblea. Dice Michela: «Abbiamo posto le basi per una prospettiva futura, il patrimonio di professionalità rimane dentro l'ente a disposizione di chi vorrà guidarlo. Abbiamo impedito che i commissari facessero scelte strategiche per le quali non erano competenti e confidiamo in una futura dirigenza che venga dal mondo scientifico e che abbia preparazione adeguata per valutare ricercatori che hanno competenze riconosciute all'estero».
Perciò la domanda - «due mesi sul tetto per ottenere...?» - andrebbe girata alla politica. Dopo due mesi di assordante silenzio, mentre persino il Financial Times si interessava alla vicenda, ieri la ministra Stefania Prestigiacomo si è fatta vanto del protocollo siglato «per consentire un processo di valorizzazione dell'istituto che ha un ruolo centrale nella tutela dell'ambiente del nostro paese». L'Flc Cgil parla di «un accordo che pone le basi per iniziare a risolvere alcuni dei problemi dei precari, e che restituisce al confronto la problematica più generale della missione dell'ente». «Spero davvero che non ci sia più bisogno di tornare su quello o su altri tetti di istituti di ricerca per difendere il lavoro dei nostri scienziati...», commenta Ignazio Marino (Pd). Anche l'Idv esprime «parziale soddisfazione» per l'intesa raggiunta. Secondo Paolo Ferrero (Prc): «la positiva conclusione della vicenda dei lavoratori Ispra dimostra che la lotta paga».

 

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