Bertolt  Brecht scriveva: "Che cos'è rapinare una banca in confronto al fondarla?"

La ricchezza prodotta dal lavoro si sposta dal basso verso l'alto allargando a dismisura la forbice fra ricchi e poveri, facendo i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.

La nostra eroina Erika B., direttrice della filiale di  una banca tedesca, ha attuato una redistribuzione del reddito in senso antiorario; cioè prendeva parte dei capitali depositati dai ricchi e li metteva sui conti dei clienti in difficoltà economiche che non avrebbero mai ottenuto fidi o crediti. Togliere ai ricchi per dare ai poveri, una "Robin Hood delle banche".

Premettiamo che Erika B. non ha mai trattenuto un euro a suo favore ed in due anni a mosso 7,6 milioni di euro. Man mano che i suoi clienti poveri restituivano i soldi lei li restituiva ai legittimi proprietari.

Purtroppo il senso di giustizia di Erika ha cozzato contro la "superiore legge del profitto" che non ammette deroghe e che l'ha condannata a 22 mesi, licenziata e costretta a rimborsare quel plusvalore (rendita finanziaria) di cui aveva parlato Marx.

Oggi Erika B. è praticamente sul lastrico, licenziata è stata costretta a vendere tutto. Proprio lei che in tasca non si è messa un centesimo (come ha ammesso il giudice che ha emesso la sentenza).

Alle volte la giustizia si scontra con una legalità (nel senso di legge) che posta a difesa sempre e solo dei più forti (che possono farsi le leggi a loro piacimento).

Auguriamo alla "compagna" Erika lunga vita nella speranza che uno dei clienti che lei ha aiutato si farà vivo. Intanto ci sono già alcune proposte "Candidiamola al Nobel" in fondo con i suoi trasferimenti Erika movimentava capitali che altrimenti sarebbero rimasti parassitariamente immobili.