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SALVIAMO IL MAESTOSO
Lunedì 21 Novembre 2011 15:28

PER IL DIRITTO ALL’ABITARE, ALLA CULTURA E AL LAVORO NEL MUNICIPIO IX

Assemblea Pubblica Sabato 26 novembre ore 10.00

Presso il Cinema Maestoso Via Appia Nuova 416/420

L’emergenza abitativa rappresenta un problema di primaria importanza.  Nella città di Roma la questione è cocente. L’ultima graduatoria delle richieste di un alloggio popolare contava 36.000 domande. Gli sfratti, circa 50.000 l’anno, sono al 80% per morosità.

Emblematico di quanto avviene nel quartiere è la vicenda del Complesso Maestoso: comprende il Cinema – il primo Multisala a Roma – e 14 appartamenti, costruito nella prima metà degli anni 50 dal famoso progettista Riccardo Morandi, per coniugare l'aspetto culturale con quello abitativo. Il Cinema si trova senza contratto di affitto e a dicembre 2011 scadrà l’ennesima proroga. Sul fronte abitativo, dopo che gli abitanti storici sono stati sfrattati, altri cittadini del quartiere sfrattati hanno occupato gli appartamenti, rifiutando di finire deportati. La chiusura del Maestoso avrebbe gravi conseguenze su più livelli. Da un lato, rappresenterebbe l’ennesima deportazione di cittadini in emergenza abitativa, dall’altro rappresenterebbe un impoverimento del patrimonio storico artistico e culturale del quartiere, sol che si consideri che dei sei cinema che esistevano nel Municipio IX ne rimangono solo due. Inoltre, vorrebbe dire la perdita dei posti di lavoro dei lavoratori del Cinema.

Una rete di realtà sociali e politiche, proprio partendo dalla specificità del Complesso Maestoso, come paradigma della situazione generale, intendono aprire riflessioni e iniziative comuni sulla questione abitativa e su tutte le implicazioni e l’impatto sul quartiere dal punta di vista delle conseguenze urbanistiche, sociali, lavorative e culturali.

Comitato Salviamo Il Maestoso

Primi firmatari:

Susi Fantino, Paolo Berdini, Marina Pierlorenzi, Giovanna Marturano,  Fabio D’Alessio, Gabriele Zarlenga, Gianpiero Di Folco, Gabriele Giustiniani, Massimo Lazzaretti, Ines Contesso, Gianpiero Modena, Francesco Abalsamo, Rodolfo Matricciani, Nando Di Paolo, Ass. Culturale Albero di Minerva, Fonderia delle Arti, Maurizio Boco, Giusi Gabriele, Perini Anna, Action- Municipio IX, Daniela De Lillo, Roberta Turi, Fabio Pari, Bartolo Mancuso, Psichiatria Democratica, Luigi (Gigi) Attenasio, Angelo Di Gennaro, CDLT Cgil Roma Sud,  Giuliana Campanaro, Marcella Carrino, Sel Municipio IX, Tonino Cadeddu, Marisa Cadeddu, Renato Di Caccamo, Mario Saccares, PRC-FDS Municipio IX, Annabella D'Elia, Alfredo Pirri, Valentina Valentini, Anna Pirri, Chiara Pirri, Aldo Benassi, Francesco Palaia, Valentina Ghione, Michele Caliciuri, Giannetto Socci, Maurizio Esposito, Wanna Marini, Massimo Cassiani, Arnaldo Massa, Maria Luisa Fiaschetti, rete romana di mutuo soccorso, Aldo Pirone, Antonio Castronovi, Massimo Luciani, Michele Baffa, Gianluca Rigi, Andrea Felici

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SALVIAMO IL MAESTOSO: PER IL DIRITTO ALL’ABITARE, ALLA CULTURA E AL LAVORO NEL MUNICIPIO IX

L’emergenza abitativa rappresenta un problema di primaria importanza.  L’intervento pubblico che in passato contava sugli investimenti degli enti, un prelievo fiscale ad hoc e un regime dei suoli compatibile con gli espropri, ha lasciato il passo al libero mercato degli affitti e a fenomeni speculativi, con la conseguenza di un aumento spropositato dei canoni di affitti e dei prezzi di acquisto delle case.

Nella città di Roma la questione è cocente. L’ultima graduatoria delle richieste di un alloggio popolare contava 36.000 domande. Gli sfratti, circa 50.000 l’anno, sono al 80% per morosità. IL problema non riguarda solo le fasce sociali più deboli: studenti e lavoratori fuori sede, migranti, giovani coppie, singles, nuove emergenze e fasce sociali un tempo immuni dal problema, non riescono a reperire un alloggio in affitto a prezzi ragionevoli. Esiste una fascia sociale troppo ricca per accedere all’erp, che comunque arriva con il contagocce, e troppo povera per stare sul mercato. Occorre precisare che la problematica  riguarda più in generale la dimensione dell’abitare, ampliata  non solo alla “mancanza di un tetto” ma alla carenza di servizi e trasporti pubblici e alla qualità della vita. Infatti, l’aumento dei valori immobiliari ha creato una espulsione dei cittadini dal centro della città:  Roma negli ultimi dieci anni ha perduto 300.000 cittadini, e le scelte urbanistiche non hanno contrastato questa tendenza. Si giunge così al paradosso  per cui le case non mancano, anzi Roma, ha un forte patrimonio sfitto e, come tutto il Paese, ha conosciuto dalla metà degli anni ’90 fino al 2007 un vero Boom Edilizio, ma si costruisce per la compravendita a libero mercato in quartieri dormitorio non forniti da servizi e trasporti pubblici. Di fronte a questo quadro l’amministrazione comunale si caratterizzata per un totale immobilismo. Il bando per la richiesta di una casa popolare è fermo dal dicembre 2008, si attende il contributo all’affitto del 2009, e il piano casa, che prevedeva la realizzazione di 6.000 alloggi ERP, giace inattuato.

* * * *

Da periferia che era negli anni ‘50 il Municipio IX è diventato una zona centrale con vie di scorrimento, Appia e Tuscolana, fornita dalla Metro. Proprio questo rapido mutamento caratterizza l’impatto dell’emergenza abitativa. Infatti, si assiste ad un tentativo di espulsione dei ceti storici del quartiere, conseguente all’aumento dei valori immobiliari. Gli sfratti, le dismissioni degli enti - che nel quartiere riguardano INPS, Enpaia, Enasarco e Cassa Geometri, che un tempo fornivano abitazioni ad affitti calmierati -  comportano, oltre ai singoli drammi sociali, uno smarrimento del tessuto sociale e della storia del quartiere. Questo aspetto che è fortemente connesso alla storia e alla fisionomia urbana e sociale del quartiere si intreccia con altri aspetti. La vicinanza all’università comporta una forte presenza di studenti che pagano affitti molto alti e spesso in nero. Esiste una popolazione considerevole di Migranti, circa 7000 residenti a cui vanno aggiunti gli irregolari, che spesso sono i soggetti maggiormente esposti al disagio abitativo. E permane una sacca di indigenza estrema. Basti pensare alle decine di senza tetto che sostano alla stazione tuscolana a cui una rete di associazioni di volontariato forniscono assistenza quotidiana. Di fronte a questo quadro occorrerebbero degli interventi in controtendenza in grado di contrastare l’espulsione dei cittadini, e valorizzare il tessuto sociale del quartiere. Invece l’Amministrazione Comunale formula interventi di segno opposto. Basti pensare alla scelta di vendere il deposito Atac di Piazza Ragusa senza interrogare i cittadini e le istituzioni municipali su quali siano le esigenze del quartiere dal punto di vista abitativo e dei servizi.

Emblematico di quanto avviene nel quartiere è la vicenda del Complesso Maestoso: comprende il Cinema – il primo Multisala a Roma – e 14 appartamenti, costruito nella prima metà degli anni 50 dal famoso progettista Riccardo Morandi, per coniugare l'aspetto culturale con quello abitativo. In una periferia in espansione, il progettista voleva caratterizzare il volto dell’Alberone con uno spazio di valenza pubblica. Ma quel complesso è sotto attacco. La proprietà da diversi anni tenta di realizzare una speculazione su quell’immobile, cancellando il Maestoso con tutto il suo portato storico e sociale. IL Cinema si trova senza contratto di affitto e a dicembre 2011 scadrà l’ennesima proroga. Sul fronte abitativo, dopo che gli abitanti storici sono stati sfrattati, altri cittadini del quartiere sfrattati hanno occupato gli appartamenti, rifiutando di finire deportati. La chiusura del Maestoso avrebbe gravi conseguenze su più livelli. Da un lato, rappresenterebbe l’ennesima deportazione di cittadini in emergenza abitativa, dall’altro rappresenterebbe un impoverimento del patrimonio storico artistico e culturale del quartiere, sol che si consideri che dei sei cinema che esistevano nel Municipio IX ne rimangono solo due. Inoltre, vorrebbe dire la perdita dei posti di lavoro dei lavoratori del Cinema.

Una rete di realtà sociali e politiche, proprio partendo dalla specificità del Complesso Maestoso, come paradigma della situazione generale, intendono aprire riflessioni e iniziative comuni sulla questione abitativa e su tutte le implicazioni e l’impatto sul quartiere dal punta di vista delle conseguenze urbanistiche, sociali, lavorative e culturali.

 

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