Home
Gli operai alla Fiat: «Non resteremo a casa»

Dopo il telegramma con l'invito del Lingotto a non presentarsi, i tre operai reintegrati sono intenzioanti a dare battaglia.

I tre operai Fiat licenziati e reintegrati dal giudice di Melfi domani non resteranno a casa. Andranno a lavorare. Lo ha detto Giovanni Barozzino, uno dei tre lavoratori, ai microfoni di Sky Tg24. «Domani ci presentemo, lo hanno ordinato i giudici. Io alle 13.30 mi recherò allo stabilimento insieme ai miei due compagni», ha detto Barozzino che avverte: «chiameremo le forze dell'ordine» se non ci dovessero far entrare.

I TELEGRAMMI DEL LINGOTTO Il telegramma con cui la Fiat ha invitato oggi i tre operai dello stabilimento di Melfi (Potenza) licenziati nel luglio scorso e reintegrati giorni fa dal giudice del lavoro a non presentarsi in fabbrica, lunedì prossimo, ha il suono dello squillo di tromba che precede la battaglia, peraltro su un campo - quello dello stabilimento lucano - che ha già vissuto, nel 2004, un forte contrapposizione fra azienda, lavoratori e Fiom-Cgil. «Abbiamo esercitato una nostra facoltà», ha spiegato il Lingotto, che parla di una prassi consueta in casi del genere. «L'ordinanza - precisano da Torino - viene ottemperata con il reintegro nelle funzioni e con il relativo trattamento economico. Ma l'azienda può dispensare i dipendenti dal prestare lavoro». Il telegramma è giunto del tutto inaspettato ai tre operai - due dei quali delegati della Fiom - che due giorni fa avevano avuto una laconica comunicazione per ripresentarsi ai cancelli dello stabilimento di Melfi il 23 agosto, alla riapertura dopo la pausa estiva. Una vera e propria doccia gelata, accolta con durezza dall'opposizione, che si schiera compatta contro il Lingotto, e dal mondo sindacale. Secca la replica della Fiom: «Fiat sta reiterando il suo comportamento antisindacale e, non rispettando la decisione del giudice, commette un reato penale», ha detto il segretario lucano della Fiom, Emanuele De Nicola. Lunedì i tre operai «devono rientrare in fabbrica», ha aggiunto senza mezzi termini il segretario generale, Maurizio Landini, altrimenti «siamo pronti ad agire sotto tutti i punti di vista legali, anche a chiedere l'intervento delle autorità competenti e delle forze dell'ordine». Mentre la Cgil sottolinea che « quando la magistratura emette un decreto, va rispettato. Con questo atto non fa che aggravare le relazioni sindacali». La vicenda è cominciata nel luglio scorso: durante il turno di notte, i tre operai partecipano ad un corteo interno, promosso dalla Fiom contro i carichi di lavoro. Sostenendo che la protesta abbia provocato il blocco di un carrello robotizzato che riforniva di materiale operai che invece lavoravano, la Fiat avvia un provvedimento disciplinare e poi licenzia i tre operai. Davanti al giudice del lavoro di Melfi - come scrive lo stesso magistrato nella motivazione al reintegro - però, «la tesi sostenuta da Fiat appare parzialmente diversa rispetto a quella ostentata nel corso del procedimento disciplinare». In sostanza, il carrello era già fermo all'arrivo degli operai scioperanti. Inoltre, il giudice rilevò il carattere antisindacale dei licenziamenti stessi, dichiarandoli quindi illegittimi e ordinando il reintegro dei tre operai. Tutto a posto, quindi? Neanche per sogno. Il 18 agosto i lavoratori hanno avuto notizia che dovevano tornare al lavoro il 23 agosto, ma proprio ieri la Fiat ha depositato il ricorso contro il reintegro (l'udienza comincerà il 6 ottobre). Oggi ha fatto sapere ai tre operai che «non intende avvalersi» delle loro prestazioni professionali ma rispetterà gli obblighi contrattuali nei loro confronti (cioè li pagherà) fino al giudizio del 6 ottobre. La risposta Fiom è già decisa: il 23 agosto presidio davanti ai cancelli per spiegare agli operai i contenuti della «vittoria» del 9 agosto e licenziati «disponibili» a tornare al lavoro. Un «muro contro muro» che, appunto, fa ripensare alla protesta - sempre animata dalla Fiom, allora contro la ripetizione prolungata del turno di lavoro notturno - che bloccò la produzione nella fabbrica di Melfi dal 19 aprile al 9 maggio del 2004. Fonte: unita

 

Calendario Eventi

<<  Marzo 2024  >>
 L  M  M  G  V  S  D 
      1  2  3
  4  5  6  7  8  910
11121314151617
18192021222324
25262728293031