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Fiat-Melfi: «Atto antisindacale»

LAVORO

Fiat-Melfi: «Atto antisindacale» il giudice ordina il reintegro immediato di tre operai licenziati a luglio

Roma - «Aveva carattere di antisindacalità» con questa sentenza il giudice del lavoro ha disposto il reintegro immediato di tre operai della Fiat dello stabilimento di Melfi (Potenza) che erano stati licenziati dall’azienda nello scorso mese di luglio.

 

I tre operai, Antonio Lamorte, Giovanni Barozzino (tutti e due delegati della Fiom-Cgil) e Marco Pignatelli erano stati licenziati dalla Fiat a seguito di un episodio avvenuto nello svolgimento di un corteo sindacale interno durante il quale avrebbero fermato la corsa di un carrello robotizzato adibito al trasporto di materiali necessari alle lavorazioni di un reparto in cui altri operai erano in servizio.
Il provvedimento del giudice di Melfi restituisce dignità e diritti ai lavoratori e sbugiarda le affermazioni della Marcegaglia, di Bonanni e di Sacconi". Così il segretario regionale della Fiom-Cgil della Basilicata, Emanuele De Nicola, commenta il reintegro sul posto di lavoro dei tre lavoratori della Fiat-Sata licenziati dall'azienda. 
«È un fatto importante e significativo - aggiunge - anche per la vicenda di Pomigliano. In sostanza il messaggio politico è chiaro: la Fiat deve tornare a trattare con i sindacati, e soprattutto con la Fiom, per il premio di risultato e le condizioni di lavoro negli stabilimenti. Ma c'è anche un messaggio per i sindacati, che devono essere veramente dalla parte dei lavoratori e non accettare a scatola chiusa pseudo-accordi preconfezionati». Il segretario della Fiom rimarca che l'organizzazione sindacale ha sempre avuto fiducia nella magistratura, che ha posto un freno all'azione della Confindustria e del governo per colpire i lavoratori italiani.

in data:Liberazione, 10/08/2010

 

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