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Fiat, il Comitato centrale Fiom ribadisce il No al piano Marchionne

 «Quell’accordo non lo firmiamo». Il Comitato centrale della Fiom rispedisce al mittente, la Fiat, e ai destinatari “per conoscenza”, il Governo e le altre quattro organizzazioni sindacali (Fim, Uilm, Fismic e Ugl), il testo sul cosiddetto rilancio di Pomigliano. Lo fa con un voto all’unanimità e con un post scriptum: «Se volete raggiungere gli obiettivi di produttività basta il contratto nazionale». E’ questa la posizione che oggi sarà portata al tavolo del confronto. E non è certo la “Fiom del No”, come qualcuno la vuole ridurre. Una controproposta c’è, quindi. E l’organizzazione sindacale dei metalmeccanici è pronta a difenderla con lo scipoero. Il 25 giugno, infatti, data dello sciopero generale contro la manovra indetto dalla Cgil, la protesta sarà di otto ore.

La stessa visita del segretario generale della Fiom Maurizio Landini, che prima di arrivare al Comitato centrale è andato al confronto con il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, dimostra che non c’è nessun tentativo di arroccamento. Secondo Corso d’Italia, l’accordo proposto dalla Fiat su Pomigliano può violare leggi e Costituzione, «in particolare in materia di malattia e diritto di sciopero». Per la Cgil, si legge in una nota, «l’utilizzo degli impianti, la produttività e la flessibilità sono stati temi sempre negoziati, come dimostrano le proposte fatte dalla stessa categoria e gli accordi che, nel tempo, abbiamo sottoscritto in tutti i settori e in tutte le aziende. Se il lavoro e l’occupazione sono il primo punto di responsabilità per il giudizio della nostra organizzazione, la segreteria della Cgil dice sì - sottolinea - alla difesa dell’occupazione e al futuro dello stabilimento e sì alla necessità di rendere pienamente produttivo il futuro investimento».
Insomma, se la Fiat vuole davvero i 18 turni settimanali e le 40 ore di straordinario per produrre le 280.000 auto l’anno che sono l’obiettivo del piano Marchionne non ha che da accomodarsi. Ma è questo realmente l’obiettivo dell’azienda? «Se Fiat deciderà così non metteremo in campo nessuna opposizione», aggiunge Landini che chiede anche «di applicare le norme in materia di malattia e assenteismo». Per quanto riguarda infine un possibile referendum il leader della Fiom ha spiegato che nello stesso statuto della Cgil e della Fiom non c’è traccia del mandato «per poter cancellare diritti indisponibili dei cittadini».
Come “il diritto individuale di aderire a uno sciopero”, sancito dall’articolo 40 della Costituzione che addirittura diviene oggetto di provvedimento disciplinare fino al licenziamento. Secondo la Fiom «non c’è alcuna legittimità in questo ma intanto la Fiat ci prova». Nella proposta di accordo la Fiat prevede che “la violazione, da parte del singolo lavoratore, di una delle condizioni contenute nell’accordo costituisce infrazione disciplinare da sanzionare, secondo gradualità, in base agli articoli contrattuali relativi ai provvedimenti disciplinari e ai licenziamenti per mancanze”. Anche sulla clausola di responsabilità, che nella proposta Fiat libera l’azienda da obblighi contrattuali in caso di mancato rispetto degli impegni assunti con l’accordo, secondo la Fiom «alla Fiat viene data totale discrezionalità per valutare se una qualsiasi iniziativa - dalla protesta allo sciopero - in contrasto con uno dei qualsiasi punti dell’accordo (carichi di lavoro, straordinari, gestione della forza lavoro) costituisce violazione dell’accordo stesso».
Sulla vicenda è intervenuto ancora il segretario del Prc Paolo Ferrero. «La Fiat si comporta come la mafia e ricatta i lavoratori e il sindacato per violare le leggi dello stato e le regole del Contratto nazionale di lavoro», ha detto. «In questo contesto il referendum tra i lavoratori è senza senso - ha aggiunto - perchè i lavoratori dovrebbero votare se sono disposti o meno a violare la legge e il Contratto nazionale di lavoro». Ferrero è anche tornato ad attaccare il Pd che «vergognosamente propone di piegarsi al ricatto, ben sapendo che se passa a Pomigliano questo ricatto verrà esteso a tutte le fabbriche del gruppo».

Fabio Sebastiani "Liberazione" del 15/06/2010

 

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